Afferri i biscotti e mi parli di come hai trovato in forma la zia, l’ultima volta che le hai fatto visita. Scegli le mele, le mani inguantate e nervose, e mi dici che Paolo ti ha invitato a cena domani sera: sei contenta, ma hai un po’ paura. E poi non sai cosa metterti. Il vestito blu è ridicolo, secondo me?
No, va bene.
«Comunque preferisco quello parzialmente scremato. Grazie».
Laura piange ancora in ufficio per via di sua figlia: non le vuole parlare, è chiusa in se stessa. “Povera donna”, sussurri, gli occhi fissi sulle etichette dei vini.
Oh, se io sapessi quanto è stata deliziosa Marinella con quella telefonata! Ti ha riempito di complimenti, la cosa ti inorgoglisce perché è una delle poche dirigenti che stimi davvero. Non è vero che è stata deliziosa?
Sì, lo è stata.
«Sai come sono», dici, «non sono certo una che si dà arie e si crede chissà chi solo perché ha avuto la promozione, perciò anche se ho sotto di me dieci persone (undici con Giuliana, a dire il vero), alla fine facciamo tutti lo stesso lavoro, ci mancherebbe. Secondo te sono una persona che mette soggezione?»
«No, sei molto brava, non hai mai approfittato della tua posizione.»
Mi sorride, rasserenata, mentre metto le salsicce nel carrello.
Alle casse devo confortarti ancora sul vestito blu per domani sera che proprio non ti convince. Forse è troppo scollato, non vuoi mica essere esagerata! La prima volta è meglio vestirsi più neutri, più casual: questo il verdetto.
«Forse è vero, forse è meglio la camicetta rosa», capitolo io.
Concordi, e intanto cerchi il portafoglio nella borsa.
Paolo è stato gentile a invitarti a cena proprio nel tuo ristorante preferito, chissà come lo ha saputo? Mi guardi maliziosa.
«Non guardare me», i miei occhi cercano l’auto tra le file del parcheggio. Le mani sono arrossate dal peso dei sacchetti. Annuisco quando mi chiedi se anch’io ho notato quanto Paolo sia stato attento, e così delicato nel rivolgersi a me, l’ultima volta che è salito in casa.
Proprio gentilissimo, sì.
«E tu come stai, tesoro?»
Un attimo di silenzio, uno solo.
Il cielo è grigio, oltre il parabrezza.
Indecisione.
No, non capirebbe.
«Tutto bene, mamma.»