Non parlare, non ancora. Conosco la ferita dei non amati. La covo da anni dentro di me, con perversa gelosia.
Non voltarti dall’altra parte, ti prego. So cosa vuol dire ricevere un rifiuto, sentire un silenzio dall’altro capo del telefono, prendere atto di un’assenza prolungata che diventa scomparsa.
Non essere impaziente di andartene. Con l’amore negli occhi, ho guardato chi nei suoi aveva solo bramosia: sì, anche questo mi è familiare. Essere corpo per qualcuno per cui vorresti essere persona. Ho delle responsabilità anch’io in questo, non credere.
Ieri ho rifiutato un uomo. Come vedi, anch’io ne sono capace. Era premuroso, ironico, gentile, in ascolto. Ad ogni suo sorriso, ad ogni suo tenero apostrofarmi “bellezza”, una parte dentro di me moriva e si disperava. Caro, non poteva sapere che la sua cura evidenziava per contrasto l’incuria dell’indifferente che lo aveva preceduto. La tua incuria. I miei occhi piatti, senza vita, urlavano mancanza di slancio per lui, e insensato e morboso desiderio di te che non ci sei più, tu che non hai mai voluto esserci.
Avrei voluto che tu ti fossi fermato. Avrei voluto che tu mi avessi ascoltato come mai hai fatto. Declino i verbi al passato, poiché parlo di gesti perduti. Uso il condizionale, perché si tratta di parole rimaste nella sfera del possibile. Penso a un’occasione sfumata con la fine di una stagione.
A denti stretti, io mi sforzo. Cerco, e cercherò, di stare e di restare nella mancanza. Vivere ogni mio giorno pensando: “Ci sono braccia che non mi avvolgeranno. Ci sono occhi che non mi cercheranno. C’è una voce che non vibrerà per me. Nessun tocco incontrerà i miei capelli al mattino, le sue dita non mi scivoleranno addosso la sera”. Lo penserò. Dovrò farlo. E dovrò continuare le mie giornate.
Un’amica saggia mi ha ricordato che: “Per il tutto una data: e un punto per ogni intento sotto i cieli. […] Punto per abbracciare e punto per astenersi dall’abbracciare. Punto per cercare e punto per perdere”. Sarà il mantra dei miei nuovi giorni. Già so che ci saranno albe che mi troveranno determinata e in guerra contro di te, accanto a ore in cui sarò smarrita e sul punto di cedere.
In quei momenti – non lo nego – sentirò riemergere lo stesso pensiero, lo stesso desiderio. Vorrò di nuovo dirti, una volta per sempre: “Guardami. Abbi il coraggio. Assumiti la responsabilità di essere il mio nuovo, il mio ultimo non-amante”.
Grazie mille delle belle parole e della condivisione del mio racconto! Ora risplendo di un bel rosso caloroso 😉
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