Un bicchiere di rosso,
anche due
guardo le tue gambe vicino alle mie;
ridi, sorrido, uno sguardo al cellulare:
mi annoio o mi diverto?
Non riesco a capire
Il conto, un salto in centro
tra una battuta e l’altra aspetto il momento
in cui dal mio cuore sorga
quel ch’era morto da tempo:
non sento niente,
zero sentimento
A porte chiuse,
restiamo a porte chiuse;
mi prendi la mano
e io te lo faccio fare
ma sono altrove,
dove tu non puoi entrare,
dove io non ti faccio vedere
quel che brucia sotto pelle
Nonostante gli anni, i buoni propositi
annusiamo il dolore come bestie superstiti
Come si apre la fiducia sotto chiave?
Come si torna a respirare?
Ti guardo, ti soppeso
e penso che non sei male, tutto sommato
ma non basta, non basta mai
e questo rumore
è una storia che non parte
una porta che scricchiola, ma non si apre
un muro che non crolla
“Poco male” dico, quasi sorrido:
“Sarà per un’altra volta”.
Come si apre la fiducia sotto chiave?
Come si torna a respirare?
Ti saluto dal finestrino del treno,
ennesimo volto sparito in un baleno:
io dalla mia parte, tu dalla tua
del nostro muro di Berlino.
(a L. che un tempo mi chiese parole per le sue canzoni)