Come il gelo estremo del ghiaccio stempera in bruciore.
Come l’odio più astioso spesso non è che amore.
Come il silenzio può assordare e, in alcuni momenti, la confusione zittirsi.
Come le parole possono essere le spade più reali e taglienti di questo mondo, e come invece alcune azioni possono scivolare nel ricordo.
Come in certe zone del mondo ‘agosto’ non fa necessariamente rima con ‘ferie’.
Come sentirsi soli nella ressa distratta, e come sentire vicino qualcuno che non c’è.
Come avvertire distintamente una sensazione inspiegabile, e come essere bravissimi nello sprecare parole per un sentimento inesistente.
Come avere imparato a sostenere sguardi spiacevoli, e come non riuscire a farlo con quelli desiderati.
«L’amore non è bello se non è litigarello», me l’ha sussurrato una strizzata d’occhio.
Il terribile quanto evanescente equilibrio dell’amore, e il mistero che racchiude l’essenza di quell’equilibrio.
Come si piange dal ridere e come si ride per non piangere.
Come si può parlare per ore di nulla, e come tanti «sì» e «no» quotidianamente influenzano e stravolgono le nostre vite.
Come si può amare un velo, e come si può odiare con tutte se stesse un paio di scarpe tacco 12.
Come siamo capaci di temere la felicità, e come sappiamo abituarci e rifugiarci nella tristezza.
Come un’abitudine può sorprendere, e un’originalità a tutti i costi può irritare.
È incredibile come
ogni contro e ogni pro,
ogni in e ogni out,
ogni alto e ogni basso,
tutto e il suo contrario
riescano inspiegabilmente
a fondersi e coesistere
in uno stesso
atomo.